IL PRIMO NUMERO DEL NUOVO CORSO SEMESTRALE
LE AUTRICI DI QUESTO NUMERO: NASCERE

BIANCA PAOLA CAVALLARI- In principio, ovvero il bruco diviene crisalide
LAURA CIMA- Domande sul perché non si mette al mondo
LORENA CURRARINI- Corpo vuoto
MONICA LANFRANCO-Parole madri
CHIARA LO SCALZO-La versione di Barbie
EMILIA MARASCO- Il coraggio della ri-nascita
ANNA POMPILI-La profondità della nascita psichica
TIZIANA VALPIANA- Nascita, bene comune
LE AUTRICI DI QUESTO NUMERO: MORIRE

LINDA ALFANO-End of life Doula: l’accompagnamento al fine vita
ANTONELLA CUNICO-Un distacco nell’età grande
MARIA ANGELA GELATI-Morire: l’espirazione della vita
MONICA LANFRANCO-Perdite e guadagni
ROSANGELA PESENTI-Del morire
MARINA SOZZI-Il lutto della vedova: tra convenzioni e libertà
ELISA VERONESI-Un giardino per imparare a vivere e a morire
SABINA ZENOBI-Ri-significare la morte con bambine e bambini
L’editoriale collettivo della nuova redazione
Rossana Piredda
Marea è un porto sicuro. Ecco cosa penso di questo lungo viaggio che in trenta anni la rivista è stata; un fatto non scontato soprattutto nella nostra era digitale, dove tutto si consuma in fretta. In questo porto sono approdate tante voci di donne, diverse per storie ed esperienze che hanno saputo costruire uno spazio comune di riflessione, di discussione, di confronto, di restituzioni, di gratitudine a disposizione di tutte e tutti. Lo stare al mondo delle donne è la frase che ha caratterizzato Marea. Ora si apre una nuova rotta per un nuovo viaggio dove l’informazione può diventare In-Formazione, per le donne che scrivono e partecipano, con l’ampliamento della redazione che si apre a nuove generazioni di donne. Perché la storia di Marea, rivista femminista, è la nostra storia.
Daniela Cassini
E’ nel segno della rinascita questo nuovo numero (nuova veste, nuova immagine, nuova proposta) di Marea. Come nascere, morire e ri-nascere, il tema di oggi. Un fluttuare tra sentimenti e cambiamenti, strade che si incrociano e che si dividono verso nuove dimensioni e nuove esistenze, intrecci di assenze e altre presenze. E’ così un pò per tutti e tutte noi, nelle varie fasi della nostra vita.
E’ stato così anche per Marea, la rivista femminista che abbiamo conosciuta, compagna di viaggio e di pensiero per lungo tempo, a volte più vicina o più lontana per ciascuna di noi, presenza costante nell’impegno di tante. Ma si potrebbe anche dire scrivere, cancellare e ri-scrivere.
Perché Marea è fatta di parole, «parole che vivono quando vengono dette» come scrive Emily Dickinson, o parole in cui ci siamo «rovesciate» alla Virginia Woolf.
In Marea abbiamo trovato il coraggio per dire la vita: le parole le più intime e le più politiche, per indagare i sentimenti dentro di noi come i processi sociali più profondi del nostro tempo, il loro significato, rispecchiandoci in riflessioni teoriche e pratiche di vita.
La scelta ora è di mettere nuove parole a confronto, per rendere la complessità del nostro presente.
La marea come movimento continuo, un divenire che ha rotte precise, saldi ormeggi e nuovi approdi.
Alessandra Lanivi
Ho incontrato Marea perché ho incontrato, quasi per caso, la sua direttora. I primi trent’anni della rivista, compiuti nel 2024, per me sono stati pagine da sfogliare di cui conoscere la storia e da cui trarre nutrimento e i suoi numeri tematici costituiscono oggi un luogo generativo di memoria femminile. Nell’anno dei miei trent’anni, quasi per caso, Mareacambia forma e io ho la fortuna di partecipare alla sua ri-nascita: in ogni numero i temi da uno diventano due e svelano, col confluire delle loro pagine, l’inganno della logica della polarizzazione a noi contemporanea. Ringraziando le mie compagne di remi Daniela, Monica, Rossana, Silvia e Valeria non resta che aggiungere: buona lettura.
Silvia Serini
Nella mia vita, Marea è stata una sorta di spartiacque. C’è stato un prima e un dopo. Ha avuto il merito di farmi capire, poco più che trentenne, chi ero, chi volevo essere e dove intendevo approdare. Marea è stata la specchio nel quale mi sono davvero osservata e conosciuta. E mentre mi godevo lo stupore di questa nuova, incredibile sensazione, incontravo altri sguardi, altre esperienze, altri vissuti che hanno nutrito il mio percorso e che quotidianamente, con parole, esempi e pratiche, lo alimentano. Con Marea non mi sono solo trovata, sono anche cresciuta e, nella parabola circolare del dono, anche Marea è cambiata. Ora, sotto una nuova veste, “rinasce”, ed è bello, dopo aver ricevuto tanto, poter contribuire alla sua nuova vita editoriale. Rinasce così, pagina dopo pagina, con un respiro più ampio, la rivista femminista che è stata per me e per tante casa e che, sono certa, sarà tale anche per molte altre sorelle in cammino verso la scoperta di sé, del mondo, delle sue pieghe.
Monica Lanfranco
Da un certo punto in poi della vita capita che sei quella più vecchia nella stanza. Per fortuna: vuol dire che non sei ancora morta. In questa avventura, iniziata trenta anni fa in una noiosa città, e che ora si rinnova da una campagna, sono l’unica che c’era dall’inizio: tutte quelle che nel 1994 hanno costruito Marea se ne sono andate, per diversi e validi motivi. Trenta è un numero interessante, è l’età della maturità giovane: questa creatura editoriale, che vuole mantenere anche la versione cartacea è sistemata, nella sede della redazione, dentro a due frigoriferi riadattati a scaffali. Un richiamo al suo essere un mix di casalinghitudine e di contemporaneità pop? Chi lo sa. Ciò che posso dire è che dà molta emozione tenere in mano le riviste e ricordare le quasi centoventi parole attraversate nel corso degli anni. Passare da quattro a due edizioni, per proporre un respiro più ampio sui temi, sarà la scelta giusta? Vedremo: intanto che meraviglia, ogni volta, il profumo della carta quando apri il nuovo numero.